martedì 5 giugno 2012

NINTH LESSON


Domenica abbiamo iniziato la lezione con Barba Nevosi, giornalista professionista. Avendo analizzato i blog di moda il giorno prima, Barbara ci ha assegnato la stesura di un articolo che parlasse proprio di loro, naturalmente con un taglio giornalistico, quindi facendo un’analisi socio- economica, l’impatto che hanno avuto del mondo del fashion system e cercare di dare una motivazione al loro grande successo. In particolar modo ci ha chiesto di nominare tre blog e blogger, differenti tra loro, ma di grande considerazione: The Sartorialist di Scott Schuman, Garance Dorè e The Blond Salade di Chiara Ferragni. Fortunatamente trovare la fonte attendibile è stato molto semplice, è stata proprio Barbara stessa a fornirci tutti i dati utili per scrivere il pezzo. Spiegare il motivo per cui queste persone raggiungano cifre astronomiche di visitatori al giorno e facile e difficile allo stesso tempo. Sicuramente hanno avuto l'idea di creare qualcosa di nuovo, che mancava, settoriale e che copre alcune particolari fasce di mercato, con un lavoro dietro particolarmente impegnativo (ma và!). Inoltre i “fashion blogger” raccontano la moda secondo un punto di vista nuovo, innovativo, tramite loro la moda sembra accessibile a tutti, come realmente è. Descrivono l’abbigliarsi della vita quotidiana, quella che appartiene a tutti e con cui si ha necessariamente a che fare prima di uscire da casa, quindi particolarmente concreta. Facile identificarsi con questi personaggi. Partendo da questa filosofia sono arrivati a straordinari successi, economici e di "fama".
Nella seconda metà della mattinata Elisabetta Bonucci è tornata a farci lezione di tecniche e scrittura giornalistica. Questa volta abbiamo parlato della “leggibilità di un pezzo”. Il linguaggio utilizzato per scrivere un articolo dev’essere molto semplice, di facile comprensione. Bisogna sempre tenere presente che alcuni termini particolarmente specifici possono essere molto noti per alcuni persone, ma non per altre, quindi sarebbe meglio far seguire il significato. Importanti anche i periodi: non troppo lunghi e con poche subordinate. Altra peculiarità i capoversi, molto utili per facilitare la lettura dell’articolo.
Nel pomeriggio, Violante Valdettaro dell’ufficio stampa di Valentino, ha concluso il discorso sull’ufficio stampa di moda. Il giorno precedente abbiamo analizzato l’organizzazione degli eventi, le pubbliche relazioni, le campagne pubblicitarie, i comunicati stampa e la scelta dei testimonial. Mentre domenica abbiamo parlato delle sponsorizzazioni, che possono avere un’importante ritorno di immagine per l’azienda, ma visto che non è immediata vanno valutate con attenzione. L’ attenzione va riposta anche per le interviste, gestite dall’ufficio stampa, il contenuto dev’essere pertinente all’argomento. Ciò che mi ha più incuriosito sono i servizi redazionali, cioè i capi richiesti dai vari giornali per i servizi di moda. È all’ufficio stampa che va fatta richiesta e sarà quest’ultimo a organizzare il trasporto. Semplice? Assolutamente no! I capi desiderati spesso sono gli stessi, nello stesso periodo, da parte di tutto il mondo: da Londra a New York, da Tokyo a Madrid. Quindi bisogna sperare che gli abiti arrivino in tempo, e in buone condizioni, per lo shooting fotografico richiesto, caratteristica molto importante per una casa di moda. Nel caso di Valentino poi, tutto questo viene gestito dalla sede principale degli uffici stampa di tutto il mondo, quella romana, dove è presente l’archivio storico della maison. Un patrimonio costituito da abiti, accessori, foto, articoli di giornale, tessuti..insomma tutti ciò che riguarda Valentino dall’apertura del primissimo atelier, nel lontano 1959.
Eccoci finalmente arrivare all’argomento sfilata, che ha preso buona parte della lezione. L’organizzazione di una sfilata era un argomento che avevamo già trattato (questo il post), ma una sfilata di Valentino è una sfilata di Valentino!! Da tanti ormai sfilano solo a Parigi, il che comporta dei problemi logistici da non sottovalutare. Primo punto è il budget, stabilito questo si può pensare a tutto il resto. Innanzitutto la location, che oltre alla passerella e alla capienza per degli ospiti, deve avere necessariamente una parte dedicata al beauty, hair e make up, al guardaroba, agli accessori e dev’essere abbastanza grande per poter garantire un buona preparazione a tutti gli addetti. Importante la riunione con lo stilista, nella quale si decide il tema dell’intera sfilata, che fa partire gli allestimenti, la musica e gli inviti di conseguenza. Violante ci ha portato il progetto delle sale di alcune sfilate e i relativi inviti. Qui la fantasia non ha mai fine: per una sfilata uomo del 2006 il tema era l’aeroporto; quindi location adibita in questo senso e invito su un biglietto aereo; per una collezione composta principalmente da abiti con strati di chiffon anche l’invito si proponeva con vari strati di velina; quella volta invece che l’oro era il colore principale anche gli inviti erano gold. L’ufficio stampa si occupa anche del put togheter, cioè mettere insieme i vari capi con tanto di accessori e scelta del hair e make up, che naturalmente va decisa prima della sfilata. Dopo averci spiegato tutti questi punti Violante ci ha mostrato una sfilata e vederla dopo aver saputo con esattezza il lavoro che c’è stato dietro è stata estremamente utile, nessun particolare viene lasciato al caso, tutto è studiato. Finita la sfilata non c’è tempo per rilassarsi, è il momento delle varie interviste, buyers..Insomma lavorare in un ufficio stampa è una gran bella fatica, ci si riposa pochissimo e richiede una resistenza all’impegno da non sottovalutare, ma che soddisfazione alla fine di ogni progetto! Dopo la lezione con Violante, sono sempre più orientata verso questo campo!

4 commenti:

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